L’ amianto è un materiale a struttura fibrosa e da diverso tempo è stato ampiamente utilizzato nel settore edilizio grazie ad alcune sue eccellenti proprietà che ne hanno incentivato l’impiego, quali la resistenza al fuoco e al calore, all’azione degli agenti chimici e biologici, all’abrasione e all’ usura. Essendo peraltro un ottimo isolante fu impiegato per il rivestimento di tetti e pareti ma anche di tubi per acquedotti, canne fumarie e lastre. Inoltre, esso si lega facilmente con materiali da costruzione, quali ad esempio: calcio, gesso, cemento e con alcuni polimeri come gomma e PCV. Tuttavia, il cemento-amianto, anche conosciuto come Eternit, nonostante la sua duttilità e le sue proprietà che lo renderebbero un eccellente materiale, può provocare dei seri rischi per la salute. Perché? La pericolosità che ne deriva è costituita dal fatto che, essendo quest’ultimo un materiale abbastanza friabile, può rilasciare delle polveri sottili che se vengono inalate dall’uomo potrebbero provocare complicazioni a livello dell’apparato respiratorio o favorire addirittura l’insorgenza del cancro. Pertanto, si pone un nuovo problema: come fare per smaltire tale materiale? C’è da considerare che la legge non impone un preciso obbligo in tal senso, ma è assolutamente consigliabile agire prontamente se davvero si tiene alla salute propria, così come quella di familiari e amici. Per smaltire correttamente l’amianto bisogna innanzitutto rivolgersi ad una ditta specializzata, il cui compito sarà quello di verificare la presenza di amianto mediante un sopralluogo. Occorre, inoltre, gestire tutto ciò che riguarda la documentazione necessaria all’Asl per concedere l’autorizzazione almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori. Lo smaltimento dell’amianto avviene in diverse fasi: la ditta specializzata deve incapsulare il materiale coprendolo con prodotti penetranti o ricoprenti; poi deve attuare una bonifica alle superfici circostanti, dove il cemento-amianto sino a quel momento poggiava; infine si deve rimuovere il prodotto e smaltirlo correttamente in apposita discarica. Ad ogni modo, già a partire dal 1994 e successivamente al divieto di produzione dell’Eternit, si è pensato al modo di sostituire tale materiale con le fibre organiche, sintetiche e naturali, ovvero il cosiddetto “fibrocemento ecologico”. Quest’ultimo infatti può trovare diversi impieghi in edilizia ma anche per i serbatoi di acqua ecc. A differenza dell’amianto avrà una longevità più breve ma comunque non inferiore ai 10-15 anni. Ciò che invece cambierà soprattutto sarà l’impatto ambientale che potrà dunque drasticamente attenuarsi con la rimozione e successivo smaltimento dell’amianto ed infine attraverso l’integrale sostituzione di quest’ultimo con materiali di tipo organico. È sempre bene comunque considerare che il vero cambiamento parte sempre da ciascuno di noi, che anche nel piccolo può contribuire significativamente al miglioramento del nostro pianeta.
Alessandro Milazzo