È stato recentemente approvato dal Consiglio dei ministri il testo del decreto legislativo dove si prevede l’istituzione dell’assegno unico universale. Con assegno unico si intende la misura economica a sostegno delle famiglie con figli a carico. L’aggettivo “unico” è stato scelto a fronte di un’unica e, appunto, universale – prestazione economica erogata in base all’ISEE che andrà ad inglobare altre sei attuali misure erogate alle famiglie, vale a dire: detrazioni Irpef sui figli a carico; assegni al nucleo per figli minorenni; gli assegni per le famiglie numerose; il Bonus Bebè; il premio alla nascita; il fondo natalità per le garanzie sui prestiti. Tale misura dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2022. Tuttavia, nell’attesa che l’Assegno Unico universale entri a regime, alcune famiglie, già a partire dallo scorso 31° luglio e sino al 31 dicembre 2021, potranno beneficiare di una formula cosiddetta “ponte” dell’Assegno Unico, anch’essa erogata in funzione del valore ISEE del nucleo richiedente per ciascun figlio minore. Per quanto riguarda invece i requisiti per ottenere l’“Assegno unico ponte” il primo sarà di ordine economico e consisterà nell’avere un valore ISEE non superiore a 50.000 euro. In aggiunta a quest’ultimo requisito il cittadino dovrà avere residenza italiana o di uno Stato membro dell’Unione europeo, residente in Italia da almeno 2 anni, anche non continuativi oppure essere titolare di un lavoro a tempo indeterminato o a tempo determinato di durata almeno semestrale e altre casistiche che qui non saranno contemplate. Gli importi saranno relazionati all’Isee: due sono i limiti individuati in via generale: sotto i 15mila euro di Isee si avrà il massimo dei benefici, mentre non si dovranno superare i 40mila per avere accesso quantomeno al minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese che diventano da 25 a 85 per i figli tra i 18 e i 21 anni. Saranno previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano, mentre una maggiorazione ad hoc di 20 euro al mese al di là del valore dell’Isee, andranno alle mamme under 21. A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con “quattro o più figli” riceveranno un’ulteriore “maggiorazione forfettaria” da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avrà diritto ad altri 30 euro in più, che però si azzerano superando la soglia dei 40mila. Quello dell’assegno unico universale sarà dunque un importante strumento che dovrà servire a sostenere la stragrande maggioranza dei cittadini italiani, soprattutto chi versa in situazioni in difficoltà. Staremo dunque a vedere se si rivelerà tanto utile quanto acclamato, ai posteri l’ardua sentenza…
Alessandro Milazzo