Il mercato di libera concorrenza perfetta per lungo tempo è stato considerato dagli economisti il regime di mercato ideale, perché si riteneva che solo con esso si potessero realizzare le condizioni necessarie per la massima utilizzazione di tutte le forze economiche (il pieno impiego). Inoltre si pensava che nessuno, in questo regime di mercato, avrebbe avuto la possibilità di far prevalere i propri interessi, e quindi ogni intervento dello Stato sarebbe non solo superfluo, ma dannoso.
Il periodo storico nel quale il mercato riprodusse con maggiore approssimazione lo schema teorico che verrà delineato, corrisponde alla fase iniziale di affermazione del capitalismo europeo e statunitense, cioè a gran parte del sec. XIX. Le imprese avevano, in genere, dimensioni limitate e la concorrenza, agevolata dalla politica liberista di molti governi, era molto diffusa.
Un mercato si trova in regime di libera concorrenza perfetta quando esistono le seguenti condizioni essenziali:
- NON INTERVENTO DELLO STATO;
- POLVERIZZAZIONE DELL’OFFERTA E DELLA DOMANDA: cioè frazionamento dell’offerta totale fra un grande numero di piccole imprese e della domanda fra un grande numero di acquirenti;
- NESSUN OPERATORE ECONOMICO È IN GRADO DI INFLUIRE SUL PREZZO;
- PERFETTA OMOGENEITÀ DEL BENE O DEL SERVIZIO: infatti per il compratore è indifferente conoscere il nome del produttore;
- UNICITÀ DEL PREZZO (LEGGE DI INDIFFERENZA DEL PREZZO);
- PERFETTA MOBILITÀ DELLA DOMANDA E DELL’OFFERTA: cioè gli operatori economici sono liberi di accedere al mercato o di recederne. In particolare i compratori sono liberi di scegliere che cosa acquistare e da chi acquistare; i venditori (produttori e commercianti) sono liberi di scegliere se svolgere o meno la loro attività sul mercato;
- TRASPARENZA DEL MERCATO: in particolare, tutti gli operatori economici hanno una piena conoscenza del prezzo e delle altre condizioni di vendita dei fattori produttivi e dei prodotti finiti;
Tutte queste condizioni non si realizzano integralmente e quindi la libera concorrenza rappresenta un modello, cioè la semplificazione di una realtà più complessa;
VANTAGGI ATTRIBUITI ALLA LIBERA CONCORRENZA
- Assicura la massima produzione (il pieno impiego) e il massimo consumo.
- Favorisce la divisione del lavoro;
- Garantisce l’indipendenza degli imprenditori e li stimola a produrre meglio e a diminuire i costi;
- La pubblicità non ha ragione di esistere in un mercato di libera concorrenza perfetta.
Prof.ssa G. Ronsisvalle