Al giorno d’oggi assume sempre maggior rilevanza la questione “tracciabilità” dei pagamenti. Infatti, con la Legge di Bilancio (L. 160/2019) viene sancito che la detrazione d’imposta nella misura del 19%, applicabile a tutte le spese che ne danno diritto, sarà applicata solo a condizione che l’onere venga sostenuto tramite versamento bancario, postale o tramite altri sistemi di pagamento tracciabili. In quest’ultima categoria rientrano oltre ai bonifici, assegni, carte di credito, di debito e prepagate, anche i bollettini bancari MAV, quelli postali o PagoPA. Sono diverse le categorie di spese che verranno tracciate, tra queste rientrano sicuramente: spese sanitarie (salvo determinate eccezioni), spese per attività sportive dei ragazzi, spese universitarie, spese funebri, spese veterinarie ecc.
Tra gli strumenti elettronici di pagamento sicuramente più diffusi rientrano le carte di credito. Tuttavia quest’ultime vengono ancora confuse con le carte di debito e prepagate, nonostante esistano palesi differenze tra le tre. Andiamole a vedere una per una. Le carte di credito differiscono da quelle di debito perché l’importo da pagare viene anticipato direttamente dalla propria banca che concede, appunto, un “credito”. Spetterà al cliente saldare il mese successivo l’intero importo anticipato nel mese precedente. Dunque, richiedendo la carta in banca si firma un vero e proprio contratto bancario tra il cliente e l’istituto emittente, stabilendo di comune accordo il massimale del credito rotativo. Per questo si consiglia di fissare un limite ragionevole, in proporzione al proprio reddito disponibile.
Le carte di debito, a differenza delle precedenti, si caratterizzano per il fatto che sono collegate direttamente al proprio conto corrente bancario dove vengono addebitati direttamente tutti i pagamenti e tutti i prelievi. In questo modo non si corre il rischio di spendere al di là delle proprie disponibilità economiche del momento. Alcune banche autorizzano uno “scoperto” di conto, in base a determinati requisiti. Tuttavia questi “scoperti” di denaro sono sempre limitati, anche se, nel caso in cui il saldo restasse negativo per diverso tempo, si attueranno tassi di interesse che potrebbero diventare piuttosto elevati. Minori sono in genere i dubbi relativi alle carte cosiddette “prepagate” che consentono di spendere denaro senza la necessità di doverlo depositare su conto corrente.
Pertanto, dopo aver finito i soldi, puoi continuare ad utilizzarle soltanto caricando un nuovo importo. Esse quindi non sono legate all’apertura di un conto corrente o un conto debito. Come fare allora a scegliere quale carta fa al caso nostro? Bisognerebbe anzitutto verificare il circuito dove quella carta è valida, ovvero se potrebbe avere limitazione all’estero; informarsi sulle tariffe e sui costi di gestione e accertarsi infine che il proprio denaro sia protetto e assicurato contro le frodi. In secondo luogo servirà valutare attentamente quelli che sono i pro e i contro di ciascuno strumento, soprattutto in relazione alle proprie esigenze.
Alessandro Milazzo