Le gravi crisi cui è soggetta un’economia non regolata da interventi statali hanno diffuso l’opinione che uno sviluppo regolare e continuo di un sistema economico può essere garantito solo da una serie di interventi dello Stato. Per questo il sistema di economia mista prende anche il nome di economia di intervento.
Oggi, i Paesi industrializzati dell’Occidente, tra i quali l’Italia, hanno sostituito il sistema liberista puro con un sistema di economia mista, in cui lo STATO, con i suoi interventi, fa prevalere gli interessi generali su quelli particolari. Le imprese hanno conservato la libertà di iniziativa economica e lo scopo di lucro (guadagno) ma la loro attività è controllata in vari modi dello Stato.
Accanto alle imprese private esistono delle imprese pubbliche, le quali hanno operato anche in regime di monopolio; però negli ultimi anni molte imprese pubbliche sono state privatizzate. Oggi è largamente condivisa l’idea che lo Stato deve lasciare ai privati la gestione delle imprese, limitandosi a regolare il mercato e mirare i suoi interventi assistenziali solo a favore di chi ha realmente bisogno (malati, disoccupati, invalidi).
Nelle economie miste i rapporti fra imprenditori e lavoratori sono disciplinati da norme che tutelano soprattutto i lavoratori (che sono la parte più debole).
Nelle economie miste assumono rilievo:
- Il capitale privato;
- Le forze politiche;
- L’intervento dello Stato (per risolvere i problemi della produzione e del consumo).
Pertanto in un sistema di economia mista acquistano fondamentale importanza, insieme al capitale privato, le forze politiche e i gruppi sociali; l’intervento dello Stato è importante a livello macroeconomico, nella soluzione dei problemi della produzione del consumo. Questo intervento avviene oggi prevalentemente con la programmazione pluriennale della spesa pubblica e con una politica fiscale diretta non solo ad assicurare entrate allo Stato, ma anche a condizionare positivamente l’attività produttiva e la distribuzione del reddito.
Il sistema di economia mista che vi è in Italia trova il suo fondamento giuridico nell’art. 41 della Costituzione che dice:
“L’iniziativa economica privata è libera.
Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.
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