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La divisione tecnica del lavoro e l’organizzazione scientifica secondo Taylor sono concetti fondamentali che hanno cambiato il modo di lavorare in fabbrica e in azienda. Con la divisione tecnica del lavoro, Taylor sosteneva che ogni processo produttivo dovesse essere scomposto in piccoli compiti semplici, assegnando a ciascun lavoratore un solo tipo di operazione. In questo modo, ogni operaio diventava un esperto in quella singola attività, riducendo errori e velocizzando la produzione. Il risultato? Maggiore efficienza e velocità, con un aumento generale della produttività.

L’organizzazione scientifica del lavoro, altro principio di Taylor, proponeva che ogni fase di lavoro fosse analizzata e ottimizzata nei minimi dettagli. Taylor cronometra e studia i movimenti dei lavoratori, eliminando quelli inutili e standardizzando quelli utili. Ogni mansione viene quindi definita in modo preciso, in modo che tutti possano svolgerla esattamente allo stesso modo.

Taylor suggeriva anche di selezionare i lavoratori in base alle loro capacità specifiche e di motivarli con incentivi economici, premiando chi raggiungeva o superava gli obiettivi di produzione. Questi principi, applicati per la prima volta su vasta scala nelle fabbriche, hanno ispirato la moderna catena di montaggio e influenzato le metodologie produttive, rendendo il lavoro più standardizzato e meccanizzato. Tuttavia, la ripetitività e la mancanza di autonomia imposte da questa organizzazione hanno anche portato critiche, poiché limitano la creatività e riducono la soddisfazione dei lavoratori.

 

Vantaggi e svantaggi del taylorismo

Il taylorismo ebbe molti vantaggi per le aziende. Grazie a questo sistema, le imprese poterono produrre beni su vasta scala, riducendo i costi di produzione e migliorando la qualità del prodotto finito. La standardizzazione delle operazioni rese inoltre più semplice il controllo della qualità e la gestione del personale.

Tuttavia, il taylorismo presentò anche importanti svantaggi. La ripetitività dei compiti, infatti, portò a una riduzione della soddisfazione lavorativa, poiché i lavoratori non avevano autonomia né potevano esprimere la loro creatività. Il lavoro taylorista, limitato a compiti semplici e monotoni, alienava molti operai, rendendo il lavoro pesante dal punto di vista psicologico. Pertanto, i suoi limiti, soprattutto in termini di benessere dei lavoratori, hanno portato a sviluppare metodi più umani e sostenibili per il mondo del lavoro di oggi.