LE FLUTTUAZIONI ECONOMICHE
L’attività dei sistemi economici non si svolge in modo uniforme, ma presenta delle fasi di espansione alternate ad altre di depressione, a somiglianza del flusso e riflusso delle maree (donde il nome fluttuazioni dato al fenomeno).
Le fluttuazioni economiche possono interessare singoli settori del mercato, oppure assumere carattere generale, con importanti ripercussioni sul reddito nazionale, sui prezzi e sull’occupazione.
Un tempo le fluttuazioni dipendevano soprattutto da agenti naturali (atmosferici, malattie epidemiche), oggi esse sono in gran parte legate alle vicende dell’economia industriale.
LE FASI DEL CICLO ECONOMICO
Le diverse fasi del ciclo economico (ripresa, espansione, recessione, depressione) non sono, nel fenomeno concreto, distinte in modo così netto come nel modello teorico; fra l’altro si considera il fatto che i vari settori economici non subiscono tutti gli stessi stimoli e non reagiscono nello stesso modo.
PRIMA FASE: RIPRESA.
All’inizio il mercato presenta un’attività produttiva ridotta, una forte disoccupazione e un basso livello del reddito nazionale.
La ripresa prende l’avvio da interventi straordinari dello Stato (lavori pubblici) rivolti a combattere l’avversa congiuntura e a ridurre la disoccupazione (questo è il caso più frequente). È anche possibile che la ripresa possa essere determinata dallo squilibrio tra domanda e offerta di beni e servizi.
Il miglioramento della situazione generale può indurre qualche imprenditore ad approfittare del vantaggioso tasso di interesse e dei bassi prezzi per riorganizzare la propria azienda, sostituendo il macchinario vecchio e obsoleto con un altro tecnologicamente più moderno. Ecco quindi che, oltre al risveglio delle industrie produttrici di beni di consumo (specie quelli di consumo durevoli), si manifestano segni di ripresa nel settore delle attrezzature industriali. Le scorte di materie prime, ridotte al minimo, vengono riportate ai livelli normali. La migliore utilizzazione degli impianti fa diminuire i costi unitari medi; i profitti aumentano, la disoccupazione diminuisce. L’ottimismo si fa gradatamente strada.
SECONDA FASE: ESPANSIONE
L’espansione è caratterizzata da un deciso aumento del reddito nazionale, in conseguenza del progressivo incremento della produzione. La disoccupazione viene gradatamente riassorbita e, se il Paese non è afflitto da squilibri strutturali, finiscono per manifestarsi sul mercato del lavoro delle tensioni dovute soprattutto all’insufficienza della manodopera specializzata. Altre tensioni si avvertono nei riguardi del risparmio che ad un certo momento risulta insufficiente rispetto alle richieste di investimenti. Da qui il graduale aumento dei salari, dell’interesse, dei costi unitari medi e dei prezzi, mentre i profitti, dopo un periodo più o meno lungo di espansione, manifestano la tendenza a diminuire.
Uno dei maggiori pericoli è rappresentato dalla moltiplicazione caotica delle iniziative industriali da parte di imprese che si affidano a valutazioni superficiali della situazione ed operano con spirito di speculazione senza un esame obiettivo delle effettive necessità e possibilità del mercato.
L’espansione della produzione può determinare, ad un certo momento, degli eccessi di offerta che si ripercuotono in modo negativo sulle industrie produttrici di beni di investimento, le quali subiscono una brusca diminuzione del livello degli ordinativi.
TERZA FASE: RECESSIONE
L’espansione (boom economico) non è eterna, ma anzi produce e sviluppa essa stessa le forze che porteranno alla crisi e quindi ad un’inversione della congiuntura favorevole. Le prime difficoltà si hanno in borsa: infatti, le quotazioni dei titoli a reddito variabile, dopo aver avuto per lungo tempo la tendenza all’aumento, cominciano a diminuire, in seguito a fenomeni di panico da parte dei risparmiatori.
Le tensioni già esistenti sul mercato monetario e finanziario si accentuano bruscamente. Quando l’allarme comincia a diffondersi, la domanda di moneta si fa pressante perché le imprese che, si erano indebitate durante la fase dell’espansione per aumentare le loro strutture produttive, non hanno la possibilità di far fronte agli impegni assunti. Di conseguenza i tassi di sconto e di interesse aumentano e le banche riducono drasticamente le concessioni di nuovi mutui e le proroghe dei pagamenti.
In tal modo si verificano i primi fallimenti. A questo punto inizia un processo inverso a quello delle fasi di ripresa e di espansione. Le imprese per avere denaro liquido vendono sotto costo e quindi i prezzi tendono a ribassare; i redditi di lavoro tendono a diminuire; i profitti si trasformano spesso in perdite. I costi di produzione, dapprima alti, diminuiscono per effetto dell’abolizione del lavoro straordinario (più caro) e della riduzione del personale (cominciando dai lavoratori meno capaci). L’attività economica si riduce notevolmente e aumenta la disoccupazione.
QUARTA FASE: DEPRESSIONE
Nel corso di questa fase le imprese più deboli sono eliminate e le imprese più forti resistono con gravi sacrifici e hanno un livello di produzione minimo. Pertanto il reddito nazionale e i consumi scendono a livelli più bassi; la disoccupazione costituisce il problema umano e sociale più pressante della comunità nazionale. Però, con i progressi della scienza economica, oggi è possibile attenuare sensibilmente gli aspetti più negativi della congiuntura sfavorevole.