Gli apostoli Pietro e Paolo, verso l’anno 67 d.c., sigillarono con il martirio a Roma la loro testimonianza a Gesù. Pietro e Paolo sono venerati come martiri secondo le norme e la consuetudine della Chiesa Cattolica e della Chiesa Ortodossa.
San Paolo morì durante la persecuzione di Nerone, decapitato a sud di Roma. Secondo la tradizione cristiana Pietro apostolo morì lo stesso anno e lo stesso giorno, però venne fatto crocifiggere perché non era cittadino romano. Pietro era detto il PRINCIPE DEGLI APOSTOLI, perché Gesù lo nominò primo PAPA. San Pietro è il segno visibile dell’unità cristiana e della comunione nella fede. Gesù disse a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra fonderò la mia Chiesa”. San Paolo non conobbe direttamente Gesù; inizialmente perseguitò la Chiesa cristiana. Quando si recò da Gerusalemme a Damasco per organizzare la repressione dei cristiani della città, fu improvvisamente avvolto da una “Fortissima LUCE” e sentì la voce di Dio che gli diceva: “SAULO, SAULO, perché mi perseguiti?”. Reso cieco da quella luce divina, vagò tre giorni a Damasco, dove fu poi guarito dal Capo della piccola comunità cristiana di quella città. Così iniziò l’opera di evangelizzazione di San Paolo, che è stato il principale missionario del vangelo di Gesù tra i pagani greci e romani. Pertanto Paolo veniva nominato L’ APOSTOLO DELLE GENTI. Mentre i Vangeli narrano le parole e le opere di Gesù, le lettere di San Paolo definiscono i fondamenti dottrinali del valore salvifico della incarnazione, passione, morte e risurrezione di Gesù Cristo.